venerdì 3 aprile 2015

L'ECONOMIA SECONDO LA CHIESA CATTOLICA. S. MAGISTER, Parolin batte moneta, L'ESPRESSO, 3 aprile 2015

Il 31 marzo, alla vigilia della firma della convenzione tra la Santa Sede e il governo italiano in materia fiscale, il cardinale Pietro Parolin ha tenuto a Palazzo Maffei Marescotti a Roma una “lectio” sul tema “Moneta e impero”, in occasione dell’uscita del numero speciale così titolato della rivista di geopolitica “Limes“.


“L’Osservatore Romano” del 2 aprile ha riprodotto la seconda parte della lezione.
Ma è la prima parte quella di gran lunga più interessante e originale. Non era mai accaduto, infatti, che un segretario di Stato vaticano osasse una ricostruzione così ampia e circostanziata della storia economica del mondo dalla fine dell’Ottocento a oggi, con particolare attenzione al rapporto tra finanza e politica.
Il testo integrale della “lectio” di Parolin è nel sito web de “L’Osservatore Romano” e merita una lettura, anche in vista del discorso che papa Francesco terrà alle Nazioni Unite il prossimo 24 settembre:
Qui basti richiamare il curioso passaggio in forma di parentesi che fa da raccordo tra la prima e la seconda parte della “lectio”, con l’intento di ricondurre  alle reali dimensioni – effettivamente minime rispetto ai giganti della finanza  – la cosiddetta “banca” vaticana denominata Istituto per le Opere di Religione.
Dice a questo proposito il cardinale Parolin, concludendo con un filo di ironia:
“La riforma dell’Istituto per le Opere di Religione, strumento necessario per la funzione pastorale del papa, deve essere compresa nelle sue giuste proporzioni.
“Innanzitutto lo IOR non è mai stato una banca vera e propria, e molto meno una banca centrale. D’altra parte e più specificamente, la ristrutturazione dello IOR obbedisce alla necessità di adeguare la normativa e le istituzioni vaticane ad alcune convenzioni multilaterali a cui la Santa Sede ha aderito recentemente, relative alla prevenzione ed il contrasto del riciclaggio, alla prevenzione del finanziamento del terrorismo e alle salvaguardie contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa.
“Secondo le informazioni pubbliche della Banca d’Italia, nel dicembre 2012 c’erano in Italia circa 700 aziende bancarie, con più di 32.000 sportelli e con un attivo complessivo di 4.200 miliardi di euro.
“Alla stessa data lo IOR pubblicava un attivo pari a 4,2 miliardi di euro, con un’unica sede aperta al pubblico.
“Lo IOR equivale quindi allo 0,1 per cento del sistema bancario italiano e la sua portata equivale a quella di un unico istituto bancario piccolo. La Banca d’Italia classifica infatti come piccola banca quella il cui attivo si aggira tra 1,3 e 9 miliardi di euro.
“Scherzando un po’, si potrebbe dire che stabilire un rapporto tra la riforma della curia romana e degli altri organismi di collaborazione della Santa Sede, tra cui lo IOR, e i rapporti geopolitici tra moneta ed impero è come cercare di paragonare la guardia svizzera pontificia con le forze armate di un grande Paese”.
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NOTA BENE !
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“Nessun accordo è meglio che un cattivo accordo”, dice Zen, criticando il segretario di Stato Parolin. Il papa tace. E Shanghai continua a restare senza il suo vescovo, da tre anni agli arresti

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