martedì 2 giugno 2015

LAVORO E AUTOMAZIONE. LE PREVISIONI. CORRIERE DELLA SERA, 2 giugno 2015

Nei prossimi vent’anni i computer potranno ridefinire il mondo dell’occupazione. E rendere obsoleto il 47% dei posti di lavoro. Le macchine stanno imparando a guidare e a riconoscere le emozioni dalle espressioni facciali. I droni effettuano consegne e il robot Brett (nella foto) è in grado di imparare le operazioni ripetitive delle catene di montaggio. I computer ormai sanno interpretare i contesti e a valutare le informazioni. E gli algoritmi sono sempre più importanti nelle decisioni di ogni giorno (a cura di Vincenzo Scagliarini)



Uno studio della prestigiosa Oxford Martin School ha analizzato 702 tipi di impieghi e, con procedimenti statistici, ha provato a ipotizzare l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione in un mercato maturo, quello statunitense. Npr, la radio pubblica Usa, lo ha sintetizzato nello speciale “Will your job be done by a machine?”. Non si tratta di una profezia. Va preso così com’è: un’ipotesi di ricercatori universitari. In questa visione gli addetti al telemarketing e commercialisti saranno sostituiti da macchine (nella foto il supercomputer Ibm Watson, una delle intelligenze artificiali più sofisticate del pianeta).

I fattori che determinano con quanta probabilità un automa potrà rimpiazzare una persona nei prossimi vent’anni esulano dalle contingenze economiche, dalla retribuzione e dalle responsabilità. Ciò che è fondamentale è il fattore umano. Saranno difficilmente sostituibili i lavori dove sono necessarie soluzioni sempre nuove (come quelli creativi), quelli in cui bisogna aiutare gli altri (l’insegnamento, per esempio) e dove bisogna avere capacità di negoziare (come quelli manageriali). È significativo che la necessità di continui spostamenti in un ambiente vasto e imprevedibile è un ostacolo all’automazione. Perciò è destinata a sopravvivere una figura come la guardia forestale. Mentre la precisione dell’orologiaio può esser rimpiazzata da una macchina. Ecco una rassegna di 158 professioni, da quella più a rischio di automazione a quella più "sicura". Almeno per il prossimi vent'anni (nella foto iCub, il robot dell'Istituto Italiano di Tecnologia).

Addetti al telemarketing: 99% di possibilità di essere sostituiti da una macchina pensante.

I commercialisti hanno il 98,7% di possibilità di esser rimpiazzati.

Orologiai: 98,5%.

Chi si occupa di concedere mutui ha il 98,4% di possibilità di esser rimpiazzato da un automa.
Arbitri: 98,3%.
Cassieri: 98,3%.
Cassieri: 98,3%.
Addetti alle macchine di confezionamento: 98%.
Chi fa analisi del credito il 97,9%.
Operai addetti a macchinari per la lavorazione dei metalli: 97,9%.
Impiegati contabili: 97,6%.
Segretarie legali: 97,6%.
Addetti alla lavorazione di gioielli e pietre preziose: 95,5%.
Impiegati negli uffici postali: 95,4%.
Agenti di recupero crediti: 94,7%.
Operai addetti all'assemblaggio di circuiti elettrici ed elettronici: 95,1%.

Estetiste: 94,5%.
Camerieri il 93,7%.
Operatori ecologici: 93,4%.
Macellai: 93,3%.

Gli operai dell'edilizia l'82,4%.
Segretaria in uno studio medico: 81,5%.
I disegnatori di circuiti elettronici hanno l’80% di probabilità di vedersi rimpiazzare da un robot.
Camionisti: 78,6%.

I barman l'76,8%.
Chi ripara aerei il 70,6%.
Le domestiche hanno il 68,8% di esser rimpiazzate.
Postino: 67,5%.
Autista di autobus: 66,9%.
I custodi e i tuttofare il 66,3%.
I bibliotecari il 64,9%.

I programmatori di computer hanno il 48,1% di possibilità.
Gli storici il 43,9%.
Gli economisti il 42,9%.
I giudici il 40,1%.
Tappezzieri: 38,6%.
Gli infermieri per l'assistenza a domicilio il 38,5%.
Gli interpreti e traduttori hanno il 38,4% di possibilità di esser rimpiazzati.
Gli attori il 37,4%.
Investigatori: 33,6%
Investigatori: 33,6%
Gli analisti finanziari il 23,3%.
I ricercatori che si occupano di sondaggi il 23,1%.
I ricercatori che si occupano di sondaggi il 23,1%.
Gli attuari, cioè chi si occupa di prevedere i futuri movimenti demografici e finanziari, ha il 20,6% di possibilità di esser rimpiazzato da un robot.

Gli addetti alle pubbliche relazioni il 17,5%.
Gli insegnanti di scuole medie il 17,4%.
Gli elettricisti il 14,8%.

Gli sviluppatori software hanno il 12,8% di possibilità di esser sostituiti.
I ballerini il 12,7%.
I giornalisti sul campo e i reporter l'11,4%.
Agenti di polizia: 9,8%.
Assistenti di bambini in età prescolare: 8,4%.
I designer l'8,2%.
I musicisti e cantanti il 7,4%
Gli ingegneri nucleari il 7%.
Gli etologi, esperti in comportamento animale: il 6,1%.
I sociologi il 5,9%.
I matematici hanno il 4,7% di possibilità di esser sostituiti.
Gli artisti (pittori, scultori e illustratori) hanno il 4,2% di possibilità di esser sostituiti.
Gli astronomi il 4,1%.
Gli esperti in scienze politiche il 3,9%.
Gli scrittori il 3,8%.
I professori universitari il 3,2%.
I registi e produttori il 2,2%.
I manager nell'industria farmaceutica, chimica e biologica hanno l'1,8% di possibilità di esser rimpiazzati.
Gli architetti l’1,8%.
Gli assistenti ai ragazzi disabili l'1,6%.
Gli amministratori delegati hanno l'1,5% di possibilità di esser rimpiazzati.
Gli psicologi che si occupano di terapia di coppia hanno l'1,4% di possibilità di esser sostituiti.
Gli esperti in scienza forense l'1%.
Truccatori e make-up artist: 1%.
Il clero ha lo 0,8% di possibilità di esser sostituito.
I professori delle scuole superiori lo 0,8%.
Gli insegnanti delle scuole materne lo 0,7%.
Gli insegnanti delle scuole elementari lo 0,4%.
Gli internisti e i chirurghi lo 0,4%.
Gli assistenti sociali lo 0,3%.





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