sabato 9 febbraio 2013

RIORGANIZZAZIONE DELL'EDITORIA. MARTINA PENNISI, Arriva la biblioteca senza libri, IL CORRIERE DELLA SERA, 8 febbraio 2013


La prima Bibliotech sarà a San Antonio, in Texas: 100 e-reader a disposizione del pubblico, anche da portare a casa



MILANO - L'involucro senza il contenuto. L'atmosfera senza l'odore di carta, gli scaffali a perdita d'occhio e la polvere. Negli Stati Uniti, dove il fenomeno sta prendendo piede, le chiamano semplicemente "biblioteche senza libri". Ma i libri, i giornali, i contenuti ci sono ancora: in formato digitale però.


A San Antonio, nella contea di Bexar, ci credono a tal punto da aver messo sul piatto 1,5 milioni di dollari per costruire il primo spazio pubblico interamente dedicato alla lettura di ultima generazione. La BiblioTech, questo il calzante nome del progetto, debutterà la prossima estate con 10mila titoli e 100 e-reader. I lettori digitali si potranno portare a casa con, di conseguenza, annessi i volumi che si stanno consultando. In questo senso, è il dispositivo tecnologico a fare le veci del libro tradizionale. Si proseguirà con l'introduzione 50 e-reader destinati ai più piccoli, 50 computer fissi, 25 portatili e 25 tablet. Una volta ultimato, lo spazio avrà l'aspetto di un Apple Store: una fila di postazioni, un banco di riferimento dotato di un schermo per sfogliare l'offerta e una zona ristoro.

Il riferimento ai negozi fisici di Cupertino non è casuale, avendo il giudice della contea Nelson Wolff confessato di aver trovato ispirazione nella biografia di Steve Jobs scritta da Walter Issacson. «I libri sono importanti per me, ho una collezione di mille prime edizioni. Ma il mondo sta cambiando e questo è il modo migliore per offrire un servizio alla nostra comunità», ha spiegato Wolff. L'intenzione è quella di estendere l'offerta a film e musica. La sfida consisterà nell'individuazione di partner, sia per la fornitura dei dispositivi sia per gli accordi concernenti la gestione dei contenuti. Per la carta ci sarà spazio soltanto nel caso in cui i visitatori manifestino la necessità di utilizzare la stampante.

Anche l'Università di Drexel, Philadelphia, si è mossa in questa direzione e ha inaugurato il mese scorso una biblioteca dotata esclusivamente di postazioni con personal computer per accedere ai 170 milioni di documenti digitali a disposizione dell'ateneo. E Stanford ha alleggerito con decisione lo scorso anno il peso della libreria di ingegneria in favore del digitale. Si guadagna spazio, si sperimentano nuove forme di apprendimento e condivisione. Si interviene sul digital divide, dando la possibilità - si pensi alla contea texana - di confrontarsi con soluzioni di questo tipo in uno spazio pubblico. Quel profumo (e rumore) di carta però forse ci mancherà.

Nessun commento:

Posta un commento