domenica 3 febbraio 2013

IL LAVORO, DOMANI. DOMENICO DE MASI, SOCIOLOGO ALLA SAPIENZA DI ROMA. di M. E. F., IL CORRIERE DELLA SERA, 1 febbraio 2013

Nell’era delle macchine, se i lavori fisici e quelli intellettuali ripetitivi sono destinati a scomparire, gli unici a mantenere posizione saranno i creativi: Domenico De Masi (foto), docente di sociologia del lavoro alla «Sapienza» di Roma prevede che, senza grandi exploit, continueranno a crescere. I talenti, però, spesso non trovano spazio.




«In tutti i campi occorre creatività - ragiona il sociologo -. Adesso il sapere tecnico-scientifico prevale su quello artistico-letterario, ma le dinamiche potrebbero cambiare». Si può immaginare un nuovo Umanesimo? «Lo stiamo già vivendo, con la scienza in primo piano - sostiene De Masi -. Dobbiamo rafforzare le competenze necessarie a colmare il deficit di creatività umanistica perché in futuro aumenterà il tempo libero e, di conseguenza, il bisogno di cultura». Gli strumenti di comunicazione e i social network sembrano aver già saturato la domanda. «Il problema è delle principali agenzie educative: famiglia, scuola, media - obietta il sociologo -. Dovrebbero essere loro a proporre percorsi alternativi: la creatività non si può delegare, bisogna riappropriarsene». Per De Masi non è solo una questione etica, ma schiettamente pratica. E lo argomenta dati alla mano: «I ragazzi del futuro avranno a disposizione, su 530 mila ore di vita, 450 mila di non lavoro. Di queste, 220 mila saranno occupate dal riposo e dalla cura del corpo, il resto dovrà essere riempito in qualche modo». La partita si gioca sul come, non solo per chi dovrà organizzare i propri hobby ma anche per chi vorrà fornire stimoli e contenuti a un mercato in crescita. L’equazione, per De Masi, è: «Più tempo libero, più cultura. L’offerta è già ampia, basti pensare che in Italia ci sono più di 1.500 festival, ma manca l’educazione».

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