Era il truffatore per antonomasia, Bernie Madoff, morto in carcere mercoledì 14 aprile a 82 anni. Il simbolo stesso della truffa. Un cognome diventato eponimo, tanto che i vari imbroglioni che di tanto in tanto compaiono sul proscenio della finanza e del risparmio nelle cronache vengono forse un po’ enfaticamente ribattezzati con quel nome: «Il Madoff dei Parioli», «La Madoff in gonnella», «Il Madoff della Maremma». In realtà di Madoff — per fortuna — ce n’è stato solo uno, Bernie, il finanziere americano che alla fine del 2008, subito dopo il crollo di Lehman Brothers, mandò in fumo circa 65 miliardi di dollari in una colossale frode piramidale che a sua volta prendeva il nome da un altro truffatore passato alla storia, l’italo-americano Charles Ponzi: appunto lo «schema Ponzi», vendite o investimenti fraudolenti dove ogni nuova vittima versava del denaro alla precedente affinché non si accorgesse della frode. Un castello di carte che resta in piedi solo fino a quando la macchina continua a girare. E che poi, regolarmente, a un certo punto crolla miseramente trascinando i sogni e le bramosie di ricchezze facili di chi era rimasto ingannato o affascinato dal finanziere di turno.
Così è stato per Madoff, un cognome diventato talmente imbarazzante che una delle nuore nel 2010 chiese alla corte suprema dello Stato di New York.di cambiare in Morgan il proprio cognome e quello dei suoi due figli. Proprio la famiglia è stata alla base del crollo dell’impero Madoff. Furono i figli Mark — poi suicidatosi nel dicembre 2010 — e Andrew a mettere alle strette il padre imponendogli di confessare anche a loro la truffa.
Gli incredibili interessi che la finanziaria Bernard L.Madoff Investment Securities LLC riusciva a ottenere dagli investimenti altro non erano che il frutto di un enorme «schema Ponzi». Una truffa durata decenni e venuta allo scoperto a causa della crisi di Lehman Brothers del 2008 e del crollo dei mercati che ne seguì, con la richiesta di riscatto di 7 miliardi di dollari che Madoff non possedeva. Di fronte ai figli, Madoff ammise la truffa e fu Mark a denunciarlo, consapevole che tutto sarebbe crollato. Bernard Madoff, arrestato l’11 dicembre 2008, verrà condannato a 150 anni di carcere.
Il finanziere ha sempre sostenuto di aver avviato la frode solo all’inizio degli anni ‘90, quando il «mercato si era piantato per la recessione creata dalla Guerra nel Golfo». Nei fatti, Madoff non aveva avviato una singola operazione finanziaria con i soldi dei suoi clienti, limitandosi a depositarli su un conto della Chase Bank, e pagando i nuovi investitori con parte dei risparmi dei clienti precedenti. Come mai Madoff ha potuto sfuggire ai controlli delle autorità di vigilanza è stato uno dei grandi misteri della storia. Ben sei volte vennero presentate alla Sec — la Consob americana — esposti tra il 1992 al 2008 contro Madoff, compresa la denuncia di un whistleblower, Harry Markopolos.
La storia del «re della truffa»
Nato il 29 aprile 1938, Bernard Madoff aveva fondato la sua prima società nel 1960 investendo 5.000 dollari guadagnati facendo il bagnino in spiaggia. Madoff divenne anche presidente del Nasdaq, il listino tecnologico, al quale riuscì ad attirare società di primo piano come Apple, Sun Microsystems, Google e Cisco System. Proprio quella carica ricoperta gli diede una un’ottima reputazione e quindi una quasi incondizionata fiducia da parte degli investitori. Nello scandalo del «re della truffa» (così venne anche chiamato Madoff) rimasero coinvolti decine di banche e società di investimento, praticamente tutte le maggiori, oltre che molti fondi di beneficenza legati alla comunità ebraica americana, un circuito in cui Madoff era molto inserito.
Le vittime: vip, fondazioni, alcune banche italiane
La Fondazione Elie Wiesel perse quasi tutto il suo patrimonio, 15,2 milioni di dollari. Anche l’Italia venne colpita dal crack: avevano investito nei suoi fondi Unicredit, attraverso Bank Medici, una controllata di Bank Austria, e anche il Banco Popolare. Nutrita anche la schiera di vip che a Madoff avevano affidato milioni di dollari: Steven Spielberg, l’attrice Zsa Zsa Gabor, che avrebbe perso tra i 7 e i 10 milioni di dollari, Kevin Bacon e la moglie Kira Sedgwick, anche lei attrice, John Malkovich.
Le morti legate al crac
Almeno quattro persone vicine a Madoff si sono suicidate dopo lo scandalo, compreso suo figlio Mark che si è tolto la vita nel secondo anniversario dell’arresto del padre. L’altro figlio di Madoff, Andrew, è morto di cancro nel 2014 dopo aver collaborato con gli inquirenti per recuperare più denaro possibile, in modo da risarcire gli investitori truffati: circa 14,3 miliardi sono stati recuperati, e almeno 12,9 miliardi sono stati distribuiti tra gli investitori, secondo quanto da lui riportato in un’intervista al Washington Post. Tra le altre vittime legate al crac Madoff, il suicidio del finanziere francese Thierry Magon de La Villehuchet, che guidava un fondo che aveva investito 1,4 miliardi di dollari nelle società di Bernard Madoff, trovato morto nel suo ufficio a Manhattan.
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