Lavorare (e guadagnare) ma essere poveri ugualmente. Una categoria che in Italia cresce da anni nel silenzio delle statistiche che mettono insieme tutti: occupati che possono spendere a piacimento e occupati che devono tirare la cinghia. E' possibile lavorare ed essere poveri allo stesso tempo, almeno secondo la banca dati della Commissione europea che ha recentemente, e per la prima volta, censito i lavoratori con retribuzioni così basse da essere annoverati tra i poveri. Un approfondimento statistico che rende giustizia a tutti coloro che sono stati assunti con stipendi da fame o con orari di lavoro ridottissimi. Ma che piazza gli occupati del nostro Paese tra i meno fortunati.
lunedì 24 settembre 2018
mercoledì 12 settembre 2018
ISTAT SULL'OCCUPAZIONE IN ITALIA OGGI. R. RICCIARDI, Occupazione: superati i livelli pre-crisi. Sud e uomini restano indietro. Il nuovo lavoro è a termine e part-time, REPUBBLICA.IT, 12 settembre 2018
I dati del secondo trimestre 2018 dell'Istat: ci sono 205mila persone al lavoro in più dello stesso periodo del 2008. Ma intanto il quadro è cambiato. Ecco il ritratto della nuova occupazione in Italia
Mentre la crescita economica frena e anche le industrie danno i primi segnali di rallentamento, il mercato del lavoro - nell'analisi trimestrale dell'Istat - festeggia il pieno recupero dei livelli antecedenti la pesantissima crisi economica dello scorso decennio. "Nel secondo trimestre 2018 si contano 205 mila occupati in più rispetto al secondo trimestre 2008. Si è raggiunto e superato il numero degli occupati del secondo trimestre 2008 e il tasso di occupazione 15-64 anni non destagionalizzato è tornato allo stesso livello (59,1% in entrambi i periodi)", spiega l'Istituto in un focus dedicato al raffronto tra i due periodi. Se si guarda invece alla variazione rispetto al primo trimestre di quest'anno, il saldo positivo è di 203mila occupati.
Mentre la crescita economica frena e anche le industrie danno i primi segnali di rallentamento, il mercato del lavoro - nell'analisi trimestrale dell'Istat - festeggia il pieno recupero dei livelli antecedenti la pesantissima crisi economica dello scorso decennio. "Nel secondo trimestre 2018 si contano 205 mila occupati in più rispetto al secondo trimestre 2008. Si è raggiunto e superato il numero degli occupati del secondo trimestre 2008 e il tasso di occupazione 15-64 anni non destagionalizzato è tornato allo stesso livello (59,1% in entrambi i periodi)", spiega l'Istituto in un focus dedicato al raffronto tra i due periodi. Se si guarda invece alla variazione rispetto al primo trimestre di quest'anno, il saldo positivo è di 203mila occupati.
martedì 4 settembre 2018
SINDACATI IN CRISI PERDONO ISCRITTI. REDAZIONE, Fuga dal sindacato: perso mezzo milione di iscritti in due anni, REPUBBLICA.IT, 4 settembre 2018
MILANO - La fuga dai lavoratori dai sindacati prosegue senza sosta e negli ultimi 2 anni le organizzazioni dei lavoratori hanno perso quasi mezzo milione di iscritti. È quanto emerge dall'indagine dell'Istituto Demoskopika, su dati forniti dagli stessi sindacati, secondo cui è la Cgil a registrare il maggiore decremento con un calo di ben 285 mila iscritti, seguita dalla Cisl con meno 188 mila tesserati. In controtendenza la Uil con circa 26 mila iscritti in più nell'arco temporale osservato. Nel dettaglio da fine 2015 a fine 2017, i tesserati hanno subito una contrazione di 447 mila persone, di cui ben 293 mila residenti (il 70%) nelle realtà regionali del Mezzogiorno
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