A quasi due anni dal lancio, il programma Garanzia Giovani, nato per aiutare gli under 30 a trovare un lavoro, si rivela un flop. È quanto emerge da un report dell’Istituto per lo Sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), ente pubblico di ricerca che dipende dal ministero del Lavoro. Quasi un milione di giovani si sono iscritti al programma, ma solo 32 mila (il 3,7%) hanno trovato un lavoro vero. Dunque ciascun contratto è costato oltre 36 mila euro. Gran parte dei soldi arrivati dall’Europa (1,5 miliardi) si disperde in sprechi e costi burocratici.
lunedì 28 marzo 2016
TRUFFATI DALLE BANCHE E TENTATI SUICIDI. F. POLETTI, “Avevo risparmiato 600 mila euro Per colpa loro ora sono sul lastrico”, LA STAMPA, 28 marzo 2016
Quando le hanno provate tutte e non sanno più dove sbattere la testa si rivolgono a don Enrico Torta. Il parroco di Dese vicino a Venezia che dopo essersi occupato di usura, a 78 anni guida gli azionisti e i correntisti della Popolare di Vicenza che hanno visto svaporare i risparmi. «Le telefonate sono continue. Li sento piangere, persone disperate che non hanno più nemmeno la forza di reagire». I soci in difficoltà sono 119 mila. Il buco di bilancio del 2015 viaggia sul miliardo e 400 milioni di euro. Pure declinato nel rivolo di azionisti, una batosta spesso letale. Patrizio Miatello, impresa di trasporti a Vedelago vicino a Treviso e braccio destro di don Torta, ai numeri della banca aggiunge le cifre del costo sociale del dissesto. «Abbiamo salvato più di 100 persone che volevano suicidarsi a causa di questi “piccoli problemi”», denuncia alla tribuna dell’assemblea della Popolare.
giovedì 17 marzo 2016
IL LAVORO DOPO RENZI. VOUCHER E PRECARIATO. F. GATTI, Operai, postini, professori, camerieri: i nuovi schiavi lavorano a voucher, L'ESPRESSO, 7 marzo 2016
Una volta c’erano l’operaio, la guardia notturna, l’autista, il postino, il cameriere, l’idraulico, l’insegnante, il professore universitario. La nostra identità dipendeva anche dal ruolo che il lavoro ci assegnava nella società. Oggi tutte queste professioni, e molte altre ancora, possono essere riassunte in un unico mestiere: il voucherista. Essersi fermati alla terza media, come Andrea P., 49 anni, o avere tre lauree come Marco Traversari, 52 anni,docente universitario, per il moderno datore di lavoro forgiato dalla crisi e dalla retorica della quarta rivoluzione industriale non fa nessuna differenza.
IL LAVORO DOPO RENZI. VOUCHER E PRECARIATO. A. GIUNTI, Minacce, pressioni e voucher: ecco come lavorano gli schiavi dei call center, L'ESPRESSO, 17 marzo 2016
Orario di lavoro continuato - 8 ore al giorno per sei giorni su sette - fatto passare per una collaborazione occasionale pagata in voucher. Periodo di prova non retribuito con tanto di corso di formazione obbligatorio “perché l’azienda ha deciso di investire su di te”.
IL LAVORO DOPO IL JOBS ACT. VOUCHER E PRECARIATO. M. FANA, Generazione voucher, IL MANIFESTO, 17 marzo 2016
Con il susseguirsi dei mesi, la realtà si impone: i dati sui contratti di lavoro a gennaio 2016 registrano un dato negativo per i contratti a tempo indeterminato (-12.378), mentre sulla sponda opposta, l’utilizzo dei voucher aumenta: 9.227.589 di buoni lavoro venduti nel primo mese dell’anno.
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