lunedì 24 settembre 2012

ITALIA. RIFORMA DEL LAVORO. REDAZIONE, Fornero: "Riforma da estendere agli statali, LA REPUBBLICA, 24 settembre 2012

Il ministro ribadisce la sua convinzione nel corso della Conferenza Ocse sulle riforme strutturali italiane, a Roma. "Rispettare le specificità del settore pubblico". "La principale critica alla modifica dell'articolo 18 è sui giudici, ma quelli non possiamo cambiarli". In preparazione "un sistema di monitoraggio e valutazione" della riforma. Sulla Fiat: "Indirizzare produttività verso l'export

ROMA - Il ministro del Lavoro e del Welfare, Elsa Fornero, riaccende i riflettori su una sua ferma convinzione 1: la riforma del mercato del lavoro dovrebbe essere estesa al pubblico impiego. Lo ha fatto davanti alla platea della Conferenza internazionale dell'Ocse sulle riforme strutturali italiane. "Penso veramente - ha detto il ministro - che, tenendo conto delle specificità che il pubblico impiego ha, la normativa che abbiamo creato per il lavoro privato debba essere estesa anche al pubblico impiego". Nel corso del suo intervento, Elsa Fornero si è rivolta anche ai partiti: "Riflettano prima di dire in campagna elettorale che la riforma del lavoro va smantellata".

"Questa è la prima volta in cui mi trovo a discutere della riforma del mercato del lavoro senza dover partire in difesa" esordisce il ministro intervenendo ai lavori della conferenza, in corso a Roma, dove Fornero spiega che ovunque si sia trovata a discuterne, ha dovuto difendere la sua riforma da "una serie di attacchi" e "dimostrare che le critiche in molti casi erano del tutto infondate".

"Riforma serve per agganciare la ripresa". "La riforma non fa miracoli, l'ho sempre detto - ricorda il ministro -. Nessuno ha mai pensato che una riforma del mercato del lavoro potesse determinare la ripresa dell'economia". Tuttavia, spiega il ministro, "è
un tassello fondamentale" che serve per "agganciare la ripresa quando arriverà". Fornero si é detta molto contenta che nell'ambito del dibattito generato dal rapporto dell'Ocse sulla situazione economica "l'estensione degli ammortizzatori sociali" contenuta nella riforma, "sia stata apprezzata. Fuori non è stato così. Qualcuno mi ha detto che ho concesso troppo, qualcuno troppo poco".

"Toccato l'Art.18 solo per il Paese". Elsa Fornero rivendica tra i suoi risultati quello di essere riuscita a intaccare "il tabù dell'articolo 18. Non era toccabile, è stato modificato". "Noi non abbiamo mai messo l'articolo 18 in primo piano nel percorso della riforma - racconta il ministro - però quando le cose sono dei totem lì si finisce. Noi non l'abbiamo fatto per ingraziarci i datori di lavoro, che non l'hanno fatto, né per dare addosso ai sindacati, che invece l'hanno fatto. L'abbiamo fatto per rispondere agli interessi del Paese" riducendo "incertezza su tempi e costi" nella risoluzione dei rapporti di lavoro. "La principale critica alla modifica dell'articolo 18 è sui giudici - osserva Fornero -. Con i giudici che abbiamo, dicono, ci sarà sempre il reintegro. Ma noi non possiamo cambiare i giudici con una riforma del mercato del lavoro".

Riforma del lavoro soggetta a verifica. In precedenza, parlando in videoconferenza all'assemblea generale dell'Unione industriale di Torino, Fornero aveva annunciato la messa in piedi di "un sistema di monitoraggio e valutazione" della riforma del lavoro.

Apprendistato, iniziativa con Germania. Sulla riforma del mercato del lavoro si sta "lavorando per "scrivere le deleghe che ancora mancano", spiega ancora il ministro. "Abbiamo deleghe che devono essere ancora scritte e completate. Ci stiamo lavorando - informa Fornero -. Una riguarda la partecipazione dei lavoratori, il decreto è uno dei tasselli per il tavolo sulla produttività. Agganciare di più le retribuzioni ai risultati è uno dei punti sui quali siamo concentrati". "La seconda delega - prosegue - riguarda le politiche attive con le Regioni. Occorre che le Regioni siano disposte a cambiare radicalmente rispetto al tema". Fornero inoltre annuncia una "iniziativa comune sull'apprendistato con la Germania, che per una volta non si presenta come quella che chiede solo rigore finanziario". Apprendistato che, aggiunge il ministro, in Germania ha ridotto "la disoccupazione giovanile e deve diventare il normale canale di ingresso nel mondo del lavoro".

"Fiat, indirizzare produttività verso export". Inevitabile un passaggio sul caso Fiat 2: "Il Governo ha assicurato il suo impegno e la ferma volontà di collaborare con l'azienda per individuare soluzioni atte a garantire i livelli di produzione e di occupazione negli impianti italiani". "Nessuno pensava che sarebbe bastato un incontro per risolvere la questione. Bisogna lavorare insieme - afferma Fornero - per fare in modo che la capacità produttiva in eccesso venga indirizzata magari verso produzioni destinate alle esportazioni, senza perdita di posti di lavoro, senza perdita delle preziose competenze anche a livello di operai che abbiamo in questo ambito". Dico - sottolinea il ministro - che c'è un problema, peraltro non solo italiano, di capacità produttiva in eccesso".

"Partiti, non dite che smantellerete la riforma". Quindi, l'invito ai partiti. "Alla classe politica chiedo di riflettere prima di dire in campagna elettorale che la riforma del lavoro va smantellata" dice il ministro al convegno Ocse. La riforma del lavoro "non è una cosa che hai scritto, la metti in un cassetto e hai fatto il tuo lavoro perché deve vivere nella società. Questa è la scommessa principale. Ma bisogna ci sia una qualche appropriazione, che non sia sentita come un corpo estraneo da lavoratori, imprese, sindacato e politici a cui chiedo di riflettere prima di dire, in campagna elettorale, 'la prima cosa che faremo è smantellarla'".

"Lavoriamo perché l'Italia non debba chiedere aiuti". A chi le chiedeva di commentare le parole del segretario generale dell'Ocse, Gurria, che ha detto stamane che l'Italia dovrà prendere in considerazione l'eventualità di chiedere aiuti internazionali nel caso in cui i mercati finanziari non dovessero dare il giusto riconoscimento alle riforme varate dal governo Monti, il ministro Fornero non si è tirata indietro: "Lavoriamo per non chiedere aiuti e fare tutto quello che dobbiamo fare, non tanto perché ce lo chiede l'Europa, ma perché sappiamo che ci sono tante cose che ancora richiedono un rimedio".

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