lunedì 6 ottobre 2025

GIUSTIZIA SOCIALE E DISUGUAGLIANZA. UN DIALOGO FRA T. PIKETTY E M. SANDEL. CAPPUCCIO E., Discutere di uguaglianza e giustizia sociale, dialogo tra Thomas Piketty e Michael J. Sandel, DOMANI, 30.09.2025

 Nel maggio del 2024, presso la Paris School of Economics, l’economista francese Thomas Piketty e il politologo americano Michael J. Sandel si sono incontrati per discutere di uguaglianza e giustizia sociale, temi centrali nella loro ricerca. I materiali dell’incontro sono adesso raccolti in Uguaglianza. Che cosa significa e perché è importante (Feltrinelli, 2025). Piketty pone in rilievo come il divario monetario, pur decisamente inferiore oggi, rispetto ai livelli dei secoli passati, comporti anche una distanza sociale e una oggettiva difficoltà di accesso a beni e servizi primari.


mercoledì 1 ottobre 2025

EFFETTI CULTURALI DELL'ECONOMIA LIBERISTA. PARTE 5. BENEDINI L. (Quinta parte – Neoliberismo, dinamiche psicologico-emotive e vita relazionale: prima metà del discorso, con un approfondimento sulla naturalità della filosofia dialettica)*, SINISTRAINRETE, 25.09.2025

 Prima di inerpicarsi nei vari aspetti di una possibile integrazione tra il “socialismo scientifico” marx-engelsiano e le forme di esperienza, di pensiero e di movimenti alternativi più congrue, profonde e costruttive che si sono sviluppate nell’ultimo centinaio d’anni (integrazione che è stata delineata nella quarta parte del presente intervento), appare opportuno – e per molti versi intrinsecamente necessario – approfondire nel loro insieme una serie di tematiche psicologico-emotive e relazionali che riguardano il modo stesso in cui viviamo e in cui, più in particolare, affrontiamo le varie situazioni e circostanze nelle quali ci veniamo a trovare.

Naturalmente, anche i modi in cui affrontiamo i vari temi che ci si presentano nell’ambito della vita sociale possono essere profondamente influenzati da tali tematiche, benché si tratti di un argomento che è rimasto praticamente escluso dal “cielo della politica” sia durante il ’900 che in questo inizio di secolo: un’esclusione che è avvenuta non certo per caso, ma per tutelare le ambizioni personali e le tendenze ideologiche che – con pochissime, rare e solo parziali eccezioni – hanno drammaticamente predominato nella politica in tutto questo periodo, impoverendo molto pesantemente il lato umano, relazionale e intimamente democratico della politica stessa (lato che invece dovrebbe essere fondamentale in qualsiasi società che al suo interno intenda limitare fortemente il classismo e i suoi tipici effetti umanamente devastanti o che, addirittura, sia orientata esplicitamente al superamento di qualsiasi forma di classismo).

CONCEZIONI DEL LAVORO FRA SOCIOLOGIA, MEDICINA, PSICOLOGIA, FILOSOFIA. VENTURA R. A., Capire il malessere dei lavoratori per un capitalismo dal volto umano, DOMANI, 29.09.2025

 Il lavoro nuoce gravemente alla salute: non abbiamo bisogno di tante parole per convincerci di questa verità, espressa fin dalle prime pagine dell’Antico Testamento – quando Adamo viene condannato a una vita di sudore – e confermata ogni volta che una famiglia spinge la propria prole ad eccellere negli studi nella speranza di sfuggire alle occupazioni più gravose.

Eppure sul lavoro sono state effettivamente spese tantissime parole negli ultimi centocinquant’anni, da quando due classi sociali sono irrotte nella Storia quasi simultaneamente: quella degli operai, impegnati a servire la macchina, e quella degli intellettuali, impegnati a osservare e a produrre un discorso sui primi.