Una tempesta perfetta», con tanto di «banchieri impiccati per le
strade». Se a parlare così fosse un minoritario militante extraparlamentare,
quasi tutti alzerebbero le spalle sorridendo. Se a dirlo è «Mr. Doom», forse
l'unico economista di statura globale che abbia capito per tempo cosa stava
accadendo nel 2007, all'epoca dell'esplosione di una bollicina insignificante
come i mutui subprime statunitensi, allora è tutta un'altra
faccenda.
L'analisi di Nouriel Roubini è impietosa e senza vie d'uscita
visibili. E certo non piacerà né a Monti né a Merkel. Ma centra il problema dei
problemi.
«Nulla è cambiato dalla crisi finanziaria. Gli incentivi
per le banche (la liquidità a piene mani garantita dalle banche centrali, ndr)
permettono loro di agire in modo truffaldino, di fare cose illegali e immorali;
l'unico modo per evitarlo è rompere questo grande supermercato
finanziario».
Altro che codici di autoregolamentazione, istituti che
debbono «riscrivere le regole»... Roubini ritiene che solo delle
«sanzioni penali» avrebbero potuto fermare la folle ricostruzione del meccanismo
che aveva prodotto la crisi del 2007. «Se alcune persone finiscono in
carcere, forse sarà una lezione». Rabbioso, ma probabilmente inefficace e
sgradito ai governanti. L'alternativa, avverte Roubini, è che «qualcuno verrà
impiccato per le strade».
Il fatto è che ci ritroviamo al punto di
partenza, nella stessa situazione del giorno prima del fallimento di Lehmann
Brothers. E quindi «il 2013 sarà peggio del 2008» perché «oggi siamo a corto
di contromisure». Di fatto: «nel 2008 si potevano tagliare i tassi di
interesse», che oggi sono a zero quasi dappertutto. Allora e finora si poteva
«immettere liquidità»; ma oggi «sta diventando sempre meno efficace
perché il problema è di solvibilità, non di liquidità». I debitori non
pagano, quindi la circolazione si ferma e il denaro resta in cassaforte. Infine
gli stati non possono più salvare nessuno, perché «hanno disavanzi bilancio già
troppo grandi» per colpa dei salvataggi di qualche anno fa. Diventa dunque
impossibile tornare a «salvare le banche»; i governi sono «prossimi a essere
insolventi», come la Grecia e, forse, la Spagna.
L'unica mossa di una
certa efficacia per procrastinare l'esplosione globale sarebbe a disposizione
della Bce, che dovrebbe fare «una monetizzazione non sterilizzata in quantità
illimitata». Ma non è nel suo statuto, quindi le è vietato
(«costituzionalmente illegale»). Naturalmente Nouriel è un economista
attento anche all'economia reale. Quindi aggiunge un elemento fin qui ignorato
dagli opinionisti alla Giavazzi: «infine c'è il pericolo di una possibile guerra
tra Israele, Stati uniti e Iran, che raddoppierebbe il prezzo del petrolio in
una notte».
Bingo. Difficile sintetizzare meglio le molte ragioni per cui
un sistema economico fondato sull'«avidità» individuale a scapito del benessere
collettivo è «obbligato» ad esplodere «a grande velocità». Quando?
Roubini è ottimista: «il fondo Efsf-Esm deve essere almeno quadruplicato; in
caso contrario si avrà una crisi più grande non tra sei mesi, ma nelle prossime
due settimane». Buone vacanze...
Nessun commento:
Posta un commento