«Nei primi 5 mesi del 2017, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +729.000», superiore a quello dei due anni precedenti (considerando il periodo gennaio-maggio). Così l’Inps. Il saldo annualizzato, la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi, risulta pari a +497.000. Un risultato che «cumula la crescita tendenziale dei contratti a tempo indeterminato (+21.000), dei contratti di apprendistato (+48.000) e, soprattutto, dei contratti a tempo determinato (+428.000)».
Il saldo dei primi cinque mesi stacca sia il risultato del 2016 (554.000) sia quello del 2015 (645.000). Guardando al dato «annualizzato», calcolato dall’Inps, si rileva la spinta dei rapporti a tempo in cui ricadono anche, spiega l’Istituto, i contratti stagionali e i contratti di somministrazione).
In generale per l’Inps «queste tendenze sono in linea con le dinamiche osservate nei mesi precedenti e attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale». Sempre nell’Osservatorio sul precariato, l’Inps fa notare, oltre all’impennata del lavoro a chiamata, «l’incremento dei contratti di somministrazione a tempo determinato (+14,6%)», che può, anche questo, «essere messo in relazione alla necessità delle imprese di individuare strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo».
Passando a considerare le cessazioni di rapporti di lavoro, «nel complesso - si spiega - sono state 2.007.000, in aumento rispetto all’anno precedente (+11,2%): a crescere sono soprattutto le cessazioni di rapporti a termine (+18,4%) mentre quelle di rapporti a tempo indeterminato sono leggermente in diminuzione (-1,3%)».
Intanto migliora il peso della buste paga, «per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute a gennaio-maggio 2017» si registra infatti «una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro (55,0% contro 57,9% di gennaio-maggio 2016).
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