I manager guadagnano troppo. Se ne sono accorti anche gli imprenditori che chiedono maggiore trasparenza, condivisione e austerità. Il 90% dei titolari e dei responsabili di piccole e medie imprese italiane intervistati nell’ambito del Grant Thornton International Business Report ritiene infatti elevata la retribuzione del top management delle grandi società quotate.
La percentuale degli scontenti in Italia, è decisamente più elevata della media mondiale che è pari al 66% degli oltre 12mila intervistati a livello globale. Del resto nella Penisola nel 2011 i primi 50 stipendi dei boss di Piazza Affari hanno complessivamente superato quota 134 milioni di euro, complice il fatto che quasi la metà sono azionisti di controllo delle società che amministrano, o loro familiari. Esemplari i casi di Marco Tronchetti Provera, di Jonella, Giulia e Paolo Ligresti e della famiglia Moratti. Naturale, quindi, che il dato meritocratico della ricerca sia invece sensibilmente più basso in Italia rispetto alla media globale: solo il 68% delle imprese italiane contro il 90% della media globale, ritiene che i compensi del management dovrebbero essere correlati al raggiungimento degli obiettivi di performance.
Tuttavia l’84% degli intervistati italiani sostiene che i ruoli di amministratore delegato e presidente del consiglio di amministrazione dovrebbero essere ricoperti da persone diverse per garantire maggiore controllo, mentre il 76% – contro una media globale del 67% – ritiene che gli azionisti dovrebbero essere maggiormente coinvolti nella determinazione delle politiche di remunerazione di dirigenti di alto livello e amministratori delle grandi aziende quotate. Quanto alla trasparenza, l’88% dei nostri imprenditori ne chiede molta di più.
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