lunedì 26 febbraio 2018

LAVORO E AUTOMAZIONE. L. SCARCELLA, L’intelligenza artificiale e il lavoro: ecco come le imprese e l’occupazione possono trarne profitto, LA STAMPA, 24 gennaio 2018

L’ultimo rapporto di Accenture Strategy, intitolato Reworking the Revolutionevidenzia le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, e il loro impatto sull’economia. Secondo la multinazionale, che ha utilizzato tecniche di ricerca quantitative e qualitative per analizzare le opinioni di lavoratori e manager aziendali, grazie all’intelligenza artificiale i ricavi delle imprese potrebbero crescere del 38% entro il 2020, ma solo se investiranno in una efficace cooperazione uomo-macchina, almeno quanto già fanno le aziende leader di mercato.  





Se queste condizioni si concretizzeranno, anche l’occupazione ne beneficerà, registrando un aumento del 10%. Per l’economia mondiale globale significherebbe una crescita dei profitti pari a 4,8 trilioni di dollari

Ma come centrare questi obiettivi? «Per riuscire a crescere nell’era dell’intelligenza artificiale, le aziende devono investire di più in formazione, così da preparare i dipendenti a un nuovo modo di lavorare in cooperazione con le macchine - ha dichiarato Marco Morchio, ‎Accenture Strategy Lead per Italia, Europa centrale e Grecia -. La capacità di integrare rapidamente tecnologia intelligente e capacità umana, in tutte le funzioni aziendali, sarà sempre più un elemento imprescindibile per il successo e la crescita delle imprese». 

IL SENTIMENTO NEI CONFRONTI DELLA IA  
Accenture ha intervistato 1201 manager d’azienda di alto livello: il 63% di essi ritiene che la propria azienda potrebbe creare nuovi posti di lavoro grazie all’intelligenza artificiale, e il 72% (67% in Italia) pensa che sia strategica per ottenere un vantaggio competitivo sul mercato. Anche i lavoratori sono ottimisti sul valore dell’intelligenza artificiale: il 62% (65% in Italia) dei 14078 intervistati si aspetta che abbia un impatto positivo sul proprio lavoro e, per il 69% (70% in Italia), sarà cruciale sviluppare competenze che permettano di lavorare con le tecnologie intelligenti

Eppure, nonostante questa consapevolezza generalizzata, solo il 3% (5% in Italia) dei dirigenti intervistati ha previsto un aumento significativo degli investimentiper riqualificare le competenze dei propri collaboratori in ottica intelligenza artificiale entro i prossimi tre anni. 

Non solo ripercussioni positive sui profitti e sulla occupazione. Secondo l’analisi, le aziende più all’avanguardia stanno facendo leva sulla collaborazione uomo-macchina anche per creare nuove esperienze per i clienti


RIPENSARE IL LAVORO  
«L’incontro tra creatività umana e tecnologie intelligenti sta trasformando radicalmente l’attuale scenario competitivo, aprendo opportunità di crescita prima impensabili - afferma Raffaella Temporiti, direttrice delle risorse umane di Accenture Italia, Europa centrale e Grecia -. D’altra parte, il rischio di rimanere indietro è concreto e occorre che le aziende si adeguino al più presto promuovendo una riqualificazione della forza lavoro allineata ai nuovi trend del mercato». 

Ripensare il lavoro partendo dai lavoratori, dunque. Quasi la metà dei dirigenti d’azienda intervistati (46%) crede che sia obsoleto pensare in termini di mansioni prestabilite per ciascuna professionalità, e il 29% dichiara di aver già ampiamente ridisegnato i ruoli in un’ottica di maggior flessibilità. Punto di partenza di questo processo è la valutazione del livello di competenza delle persone e della loro disponibilità a imparare a lavorare utilizzando l’intelligenza artificiale. Le piattaforme digitali consentono di personalizzare i programmi di formazione sugli individui, favorendo l’adozione di nuove competenze. Accenture, ad esempio, ha sviluppato un modello di riqualificazione della forza lavoro basato su una graduale evoluzione delle abilità e sull’utilizzo di metodi innovativi di e-learning , in grado di massimizzare l’efficacia degli investimenti in formazione e accelerare i ritorni.  

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