Secondo le denunce di China Labor Watch, una organizzazione non governativa americana che si occupa di monitorare le condizioni di lavoro in Cina, i suicidi sarebbero avvenuti nella fabbrica di Zhengzhou, nella provincia orientale dell'Henan. L'ultimo caso si è verificato lo scorso 14 maggio, quando un trentenne si è lanciato dal tetto della fabbrica. Prima di lui, una collega ventitreenne si era lanciata dal dodicesimo piano del dormitorio della fabbrica il 27 di aprile. Tre giorni prima, era stata la volta di un ventiduenne, assunto da appena due giorni, a lanciarsi dal tetto del dormitorio. Non si conoscono i motivi dei loro gesti, ma comunque pare si debbano collegare alle condizioni di lavoro nella fabbrica, considerate ancora pessime.
La Foxconn era stata interessata nel 2010 da una ondata di suicidi, una ventina, in diversi impianti. La cosa fece molto scalpore tanto che la Apple, una delle grandi aziende fornite dalla Foxconn, impose, anche su spinta di sindacati e associazioni americane, condizioni di vita e lavoro più umane per i dipendenti locali. L'azienda
taiwanese si impegnò anche ad aumentare gli stipendi fino al 70%, ma in molti lamentano ancora condizioni di lavoro e di vita, all'interno dei dormitori, inumane. I dipendenti sono obbligati a orari molto lunghi e vivono tutti insieme in grandi dormitori. La vita si svolge nei compund nel recinto della fabbrica, e di fatto i dipendenti, per lo più migranti di altre province in cerca di fortuna, non lasciano mai il luogo di lavoro.
La società a marzo aveva anche annunciato l'apertura ad un sindacato creato dagli stessi dipendenti, ma l'annuncio fu bollato come una presa in giro dei dipendenti, un metodo per calmare le pressioni internazionali. Poche le notizie che filtrano, anche perchè i dipendenti firmano un impegno a non divulgare notizie all'esterno. Un pò come l'obbligo di non suicidarsi, che hanno dovuto firmare alla loro assunzione.
Di proprietà della taiwanese Hon Hai Precision, la Foxconn possiede solo in Cina 13 impianti industriali, distribuiti in nove città. La più grande, che è stata anche la prima aperta in Cina nel 1988, è quella di Shenzen - nota anche come Foxconn City o iPod City - che ha più di 300 mila dipendenti. In tutto, la Foxconn dà lavoro a più di un milione di lavoratori nella Cina continentale, più altri 200 mila in altre fabbriche in Europa e America Latina. Fondata nel 1974, la Foxconn è arrivata in Cina alla fine degli anni '80, ma la svolta è arrivata nel 2001, quando Intel le ha affidato la produzione delle schede madri per i computer, per le quali rimane oggi uno dei brand più noti. Oggi dalle fabbriche del gruppo taiwanese escono anche Ps2, Playstation Vita, Ps3, Wii, Nintendo 3DS, Xbox 360, Amazon Kindle e i televisori a cristalli liquidi Bravia della Sony
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