martedì 21 maggio 2013

APPLE ED EVASIONE FISCALE. ANSA, Il Senato Usa accusa l'Apple «Ha eluso miliardi di tasse», IL CORRIERE DELLA SERA, 21 maggio 2013


L'ad di Cupertino, Tim Cook pronto a difendersi: «Non usiamo trucchi fiscali»


Apple ha evitato il pagamento di miliardi di dollari di tasse negli Stati Uniti e nel mondo creando una struttura complessa in base alla quale le sue divisioni oltreoceano non erano residenti in nessun posto. Sono queste, secondo quanto riporta la stampa americana, le conclusioni cui è giunta la sottocommissione permanente di indagine del Senato americano, che nelle prossime ora discuterà con l'amministratore delegato di Cupertino, Tim Cook, i risultati delle indagini.
Cook - secondo la testimonianza diffusa da Apple - ribadirà che la società è uno dei maggiori contribuenti americani, avendo pagato in tasse federali sul reddito circa 6 miliardi di dollari nell'esercizio fiscale 2012. «Non usiamo trucchi fiscali» affermerà Cook, sottolineando che Apple è una storia di successo americana e che Cupertino ha creato o favorito la creazione di almeno 600.000 posti di lavoro negli Stati Uniti. «Apple vede con favore un esame obiettivo delle norme fiscali americane, che non hanno tenuto il passo con l'era digitale e con i rapida cambiamenti dell'economia globale» dirà Cook, che si troverà ad affrontare il fuoco di fila dei senatori statunitensi.
E proprio questi criticano duramente Cupertino: ha sottratto alla portata dell'Internal Revenue Service (Irs), l'agenzia delle entrate americane, almeno 74 miliardi di dollari fra il 2009 e il 2012. Apple - secondo gli investigatori - ha 102 miliardi di dollari offshore e ha spostato miliardi di dollari di profitti fuori dagli Stati Uniti in filiali, alcune basate in Irlanda dove ha negoziato un'aliquota inferiore al 2%. L'Irlanda ha già aliquote per le aziende più basse degli Stati Uniti, il 12% contro il 35% degli Usa. Alcune delle filiali di Apple non hanno dipendenti e sono gestite da top manager da Cupertino: la normativa irlandese prevede che una società è residente nel paese solo se è gestita e controllata in loco. Ed è per questo - secondo gli investigatori - che Apple è riuscita a risultare "senza Stato" e a evitare il pagamento delle tasse. Ad Apple - critica il senatore Carl Levin - non è bastato spostare i profitti verso un paradiso fiscale: la società ha cercato il "santo Graal" dell'elusione fiscale. «Apple afferma di essere uno dei maggiori contribuenti americani - sottolinea il senatore John McCain - ma è anche» una società che «ha eluso le tasse».
Intanto il governo di Dublino si tira fuori dalla vicenda. «Non è una questione che deriva dal sistema fiscale irlandese», ha detto il vice-premier irlandese Eamon Gilmore. «Sono questioni che nascono dai sistemi fiscali di altre giurisdizioni, spetta prima a loro risolverle».

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