Ammissione di colpa da parte della compagnia elettrica: «Avevamo paura delle misure di sicurezza»
La crisi nucleare della centrale di Fukushima a seguito del devastante tsunami dell'11 marzo 2011 non ci sarebbe stata se gli impianti fossero stati a norma. Clamoroso cambio di atteggiamento da parte della Tepco, la la più grande compagnia elettrica del Giappone, responsabile proprio dell'impianto.AVREMMO POTUTO FARE QUALCOSA - Lo ha annunciato il comitato interno per le riforme, guidato dal presidente della compagnia Naomi Hirose, con un comunicato che è un'ammissione di colpa: «Ripensando all'incidente, il problema è stato che non erano stati compiuti preparativi. Avremmo potuto prendere misure necessarie valutando precedenti tsunami? Sarebbe stato possibile fare qualcosa» per adottare misure di sicurezza più vincolanti, recita la nota. E il comitato prosegue con il mea culpa spiegando che Tepco temeva che gli sforzi di ammodernamento delle centrali per proteggerle da incidenti gravi come quello che si è poi verificato scatenassero sentimenti anti nucleari. «C'era una paura latente di una chiusura fino alla messa in opera di quelle misure draconiane di sicurezza».
INVERSIONE DI TENDENZA - Queste ammissioni costituiscono una vera inversione di tendenza, dato che Tepco aveva sempre sostenuto che l'impianto di Fukushima Dai-ichi («Fukushima n. 1») era preparata sia all'evento, sia alla gestione della crisi. Invece la compagnia sapeva che sarebbero stati necessari dei miglioramenti, ma questo avrebbe comportato, tra l'altro, il blocco temporaneo dei reattori, «e quindi anche conseguenze economiche e politiche». Lo scorso giugno, però, con le nuove scuse ufficiali alla popolazione di Fukushima, era partita la campagna di riforma e trasformazione (soprattutto di immagine) della stessa Tepco. Adesso il «rimorso ancora più profondo», la determinazione a «non permettere che un grave incidente accada, non importa a fronte di quale situazione» e la voglia di «comunicare al mondo la lezione imparata a Hiroshima».
GLI ALTRI IMPIANTI - Il comitato ha, tra gli obiettivi, quello di migliorare le condizioni di sicurezza negli altri due impianti nucleari della compagnia, Fukushima Dai-ni («Fukushima n. 2»), e Kashiwazaki Kariwa, dall'altro lato del Giappone (centrale che nel 2007 fu protagonista di un incidente leggero a causa di un terremoto).
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