sabato 20 ottobre 2012

ECONOMIE E SFRUTTAMENTO. D'AMICO M., Blitz animalista da D&G in centro "No allo sbiancamento dei jeans", LA REPUBBLICA, 19 ottobre 2012

"Chi sfrutta gli animali non esita a fare altrettanto con le persone: così questa volta è proprio per i lavoratori impiegati nel pericoloso sandblasting , la sbiancatura dei jeans col metodo della sabbiatura vietata in Europa dal 1966, che gli Animalisti Italiani guidati dal presidente Walter Caporale hanno occupato il negozio di Dolce & Gabbana in via dei Condotti. Vestiti da operai insanguinati, scritte sulla pelle di chi protesta a torso nudo, brandendo striscioni e gridando gli slogan "centinaia di bambini muoiono per sbiancare i tuoi jeans", "la stoffa degli assassini", "uccideresti per un paio di jeans?", "vestiti senza sporcarti di sangue", gli attivisti puntano l'indice contro un'azienda che, oltre all'ampio uso di pelli e pellicce, non ha mai voluto rinunciare a un metodo di lavorazione considerato molto pericoloso per la salute umana. Allo stesso tempo, lanciano una petizione che si può scaricare anche dal loro sito www. animalisti. it, con l'obiettivo di bandire in tutto il mondo una lavorazione sconsiderata.





Il sandblasting infatti si esegue sparando con aria compressa getti di sabbia su ogni paio di jeans. Si produce così una gran quantità di polvere, assieme a particelle sottili di biossido di silice; l'esposizione continua a tale sostanza provoca di frequente negli operai la silicosi, malattia perlopiù letale. Nel 2009, dopo l'accertamento di circa 6.000 malati e 100 morti, la Turchia ha messo fuorilegge la sabbiatura, che rimane praticata solo in paesi dove il

lavoro è ben poco tutelato, come Cina, India, Bangladesh, Pakistan e Nord Africa.
"La Clean Clothes Campaign è un movimento internazionale per chiedere agli stilisti di evitare l'utilizzo del denim trattato con il metodo del sandblasting," spiega Walter Caporale. "Giorgio Armani, Versace, Gucci, H&M, Levi's e altre aziende hanno aderito, eliminando subito la sabbiatura dalle loro produzioni. A giugno la Replay ha addirittura lanciato i primi jeans trattati con il laserblast, un sistema senza sostanze chimiche con cui si consuma l'85% in meno di acqua. Mentre "Dolce&Gabbana" insiste, ignorando i morti."
Per secoli la silicosi veniva associata al settore minerario, l'associazione con l'industria tessile è recente ma inequivocabile. Da studi svolti in Turchia si è appurato che, se i minatori sviluppavano la malattia dopo 20 anni di esposizione alle polveri, gli "sbiancatori" di jeans si ammalano dopo appena due, ma le diagnosi tardive di rado permettono agli operai - spesso molto giovani - di salvarsi la vita

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