Aboubakar Soumahoro scandisce le parole, ha il tono di chi non intende infilarsi in polemiche inutili rischiando di perdere di vista l'obiettivo. Che, a fronte dell'ennesima tragedia consumatasi nella notte nella tendopoli di San Ferdinando - la morte di Moussa Ba, senegalese di 28 anni, terzo migrante vittima di un rogo nell'ultimo anno - resta "la liberazione dei nuovi schiavi invisibili nelle campagne insieme ai contadini, come loro affamati, schiacciati, ghettizzati".
Il dirigente sindacale italo-ivoriano della Usb sta seguendo da Roma gli sviluppi della vicenda che ha riacceso i riflettori, e le polemiche e le tensioni, riesplose dopo che il ministro Salvini ha annunciato "lo sgombero, come promesso", sulle condizioni di vita dei braccianti nella piana di Gioia Tauro. "A me interessa quello che dicono i lavoratori, noi non abbiamo scadenze elettorali. La questione riguarda il lavoro, il comparto agroalimentare, si devono esprimere i ministri Di Maio e Centinaio. Per la parte che riguarda il ministero dell'Interno si è espresso Salvini. Si esprimano tutti, ma senza strumentalizzazioni perché qui si parla della vita delle persone".
Aboubakar esprime cordoglio per i familiari della vittima, chiede "che si faccia piena luce sulle circostanze di questa ennesima morte" e invita a "prendere in considerazione il contesto". Lo aveva già fatto in passato subito dopo la morte dell'amico e collega, Sacko Soumayla, il sindacalista maliano ucciso con una fucilata a giugno scorso in provincia di Vibo Valentia, soffermandosi sulla discriminazione, sulle condizioni di schiavitù in cui i braccianti e contadini sono costretti a vivere e a lavorare. In un comunicato stampa diramato in mattinata, l'Unione Sindacale di Base, esprimendo soddisfazione per "l'accoglimento - proprio ai tavoli organizzati dal prefetto di Reggio Calabria - delle sue proposte cardine, basate su accoglienza diffusa e integrazione dei lavoratori", ne "pretende ora l'immediata attuazione" e "dice no a qualsiasi tentativo di prendere a pretesto la morte di Moussa Ba per usare il pugno di ferro contro i braccianti, e soprattutto alle strumentalizzazioni del ministro Salvini che, eletto proprio in Calabria, della situazione calabrese si è sempre disinteressato".
Com'è la situazione Soumahoro?
"Stiamo presidiando il territorio insieme ai lavoratori, vigilando affinché gli interventi vadano nella direzione da noi indicata, e quindi accoglienza diffusa e integrazione dei lavoratori".
Anche in questo caso, come avvenne dopo la morte di Sacko, lei sottolinea l'importanza di prendere in considerazione il contesto.
"Il contesto è il punto di partenza se si vuole affrontare e risolvere la questione. Nella filiera agroalimentare ci sono migliaia e migliaia di lavoratori che, insieme ai contadini, hanno fatto dell'Italia il terzo produttore di agrumi nell'area del Mediterraneo. A fronte di questo, però, le loro condizioni di vita e di lavoro non sono migliorate. Anzi".
In passato lei ha denunciato la mancanza degli elementi basilari del rispetto della dignità umana e dei diritti di questi lavoratori.
"Il valore aggiunto, il profitto, non hanno permesso di liberare coloro che vengono sfruttati in questa catena delle nuove forme di schiavitù, affamandoli, emarginandoli, ghettizzandoli anche sul piano legislativo".
Come se ne esce?
"Proprio partendo dalle considerazioni che facevo poc'anzi, dalle quali nessun intervento che voglia affrontare e risolvere veramente la questione può prescindere, noi chiediamo una sistemazione in termini di inserimento abitativo diffuso per tutti e il rilascio del permesso di soggiorno per questi schiavi invisibili delle campagne".
Intanto il ministro Salvini ha annunciato lo sgombero.
"Noi rappresentiamo gli interessi dei lavoratori, i nostri rappresentanti sono lì per assicurarsi che, ripeto, gli interventi messi in campo vadano nella direzione da noi indicata".
L'Usb ha confermato la riunione del Coordinamento dei lavoratori agricoli già indetta per lunedì 18 febbraio, alla vigilia della ripresa, a Catanzaro, del processo per l'assassinio di Sacko. "Martedì 19 febbraio si terrà una nuova udienza, ci saranno i suoi familiari e ci sarò anch'io", anticipa Soumahoro. il sindacato continuerà a presidiare la tendopoli di San Ferdinando. "Insieme ai lavoratori che sono affamati e schiacciati, come i contadini della piana - conclude Soumahoro - Nessuno può dividere il nostro destino da quello dei contadini, che è quello di poter vivere attraverso il lavoro della terra. Nessuno è lì per turismo".
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