lunedì 24 settembre 2018

EUROSTAT E CONDIZIONE DEL LAVORO. S. INTRAVAIA, Lavorare ma essere lo stesso poveri: così l'Italia rischia un nuovo primato negativo, REPUBBLICA.IT, 23 settembre 2018

Lavorare (e guadagnare) ma essere poveri ugualmente. Una categoria che in Italia cresce da anni nel silenzio delle statistiche che mettono insieme tutti: occupati che possono spendere a piacimento e occupati che devono tirare la cinghia. E'  possibile lavorare ed essere poveri allo stesso tempo, almeno secondo la banca dati della Commissione europea che ha recentemente, e per la prima volta, censito i lavoratori con retribuzioni così basse da essere annoverati tra i poveri. Un approfondimento statistico che rende giustizia a tutti coloro che sono stati assunti con stipendi da fame o con orari di lavoro ridottissimi. Ma che piazza gli occupati del nostro Paese tra i meno fortunati.



L'Italia, tra i Paesi di cui sono disponibili i dati per il 2017, è in quarta posizione per lavoratori poveri. Ci superano soltanto la Romania (col 17,4% di poveri tra gli adulti over 18 occupati), la Spagna, col 13,1%, e la Grecia a quota 12,9%. Ma a differenza di questi Paesi l'Italia è l'unica nazione europea in cui la percentuale è in crescita costante da anni: nel 2016 eravamo all'11,7%, mezzo punto sotto il dato del 2017, pari al 12,2%. Nel 2008, quando in Italia si sentirono gli effetti della crisi economico-finanziaria esplosa negli Stati Uniti, spiegano dalla Commissione europea, la quota di lavoratori italiani che dovevano fare i salti mortali per arrivare alla fine del mese ammontava al 9 per cento. E la "disastrata" Grecia ci superava di cinque punti abbondanti.

In questi nove anni il Paese che ha dato i natali a Socrate ha lavorato per ridurre il più possibile questa categoria di lavoratori, mentre in Italia si è registrato un continuo aumento. Fino al punto, nel 2017, in cui le due nazioni sono distanti appena 0,7 punti percentuali. Francia, Germania e Regno Unito, ma i dati disponibili sono quelli del 2016, si trovano abbondantemente al di sotto della soglia del 10%, con i transalpini sotto l'8%.

Ma cosa vuol dire per Eurostat essere lavoratore a rischio di povertà? Si tratta di quegli operai e impiegati (per esempio i lavoratori a progetto o quelli dei call center) con "un reddito disponibile equivalente al di sotto della soglia del rischio di povertà, che è fissata al 60% del reddito disponibile equivalente medio nazionale", spiegano da Bruxelles. Un individuo è, inoltre, registrato come occupato se è stato assunto per oltre la metà dell'anno di riferimento. 

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