Chi segue questo blog sa che ho una certa predilezone per gli spot pubblicitari e i video promozionali: video o immagini che tendiamo a considerare “normali” ma che, se analizzati, trasmettono dei messaggi molto indicativi. Qualche minuto fa ho incrociato lo spot di una nota finanziaria (lo vedete sopra).
GUARDA IL VIDEO: http://munafo.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/04/23/fai-felice-tuo-figlio-indebitati-per-comprarti-il-suv-e-altre-menate-inutili/?ref=HEF_RULLO
Sono sicuro che nessuno guardandolo si scandalizzerà. E’ uno spot allegro, c’è un bambino felice e una famiglia sorridente. Ci sono giochi e desideri e tutto ha un meraviglioso lieto fine.
E allora perché sto qui a parlarne? Perché il semplice fatto che questo messaggio sia diventato “normale” è, secondo me, un problema.
Lo spot ci dice che, se non hai i soldi per comprarti una serie di cose del tutto inutili, fai bene ad indebitarti per poterle avere. Nell’ordine ho visto: un Suv, un viaggio in Francia con uno smartphone per farti i selfie davanti alla tour Eiffel, una moto, una vasca da bagno, una cucina imperiale.
Più ti indebiti per comprarli, più tuo figlio è felice. Niente, ripeto niente, di tutto quello che si è visto è indispensabile: perché dovresti prenderti un Suv se non puoi permettertelo e non un’utilitaria? Perché una moto e non un motorino, perché la vasca e non il box doccia?
Non voglio neanche prendermela con la finanziaria in questione, che porta avanti un suo frame culturale come le sue concorrenti: qualche tempo fa Renato Pozzetto mi invitava a vendere l’oro per comprarmi un televisore hd e all’angolo della Garbatella una finanziaria mi propone di indebitarmi per comprarmi la PlayStation 4.
Con la crisi economica e i risparmi sempre più all’osso, il terreno per finanziamenti e indebitamenti è diventato assai fertile. Trasformare uno strumento da usare con cautela e solo se necessario (il ricorso al debito) in un prodotto “pop e cool” è la sfida martellante che da alcuni anni hanno intrapreso le aziende che operano nel settore.
Riflettere su questo declino credo sia un dovere civile. E a differenza del Suv non richiede debiti e rate.
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