Dopo il via in commissione, la delega fiscale in aula da domani. I dubbi del Tesoro
In un primo tempo sul contrasto di interessi il governo aveva dato parere negativo, poi il testo è stato riformulato e l'emendamento è passato con l'ok di Palazzo Chigi. Nella nuova versione si delega l'esecutivo a «emanare disposizioni per l'attuazione di misure finalizzate al contrasto di interessi fra contribuenti, selettivo e con particolare riguardo alle aree maggiormente esposte al mancato rispetto dell'obbligazione tributaria, definendo attraverso i decreti legislativi le più opportune fasi applicative e le eventuali misure di copertura finanziaria». Quindi per valutarne l'operatività bisognerà aspettare la fase attuativa.
Nonostante questa riscrittura, il sottosegretario all'Economia Vieri Ceriani resta nettamente contrario «perché le situazioni di deducibilità o di detraibilità di spese già previste si sono rivelate fallimentari sia dal punto di vista dei risultati della lotta all'evasione che dal punto di vista del bilancio dello Stato». Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre - autore tra l'altro del libro «Evasori d'Italia» - non solo condivide le riserve di Ceriani ma ha fatto due conti, basati sulla relazione tecnica al provvedimento, per scoprire che le deduzioni edilizie introdotte per la prima volta dal governo Prodi nel 1998 in realtà sono «costate all'erario 2,4 miliardi di euro l'anno».
«In buona sostanza - spiega Bortolussi - la relazione tecnica ci dice che l'introduzione delle detrazioni Irpef, ovvero di un meccanismo che a tutti gli effetti rientra nel cosiddetto contrasto di interessi, nel 2011 ha riguardato circa 8,4 miliardi di spese annue e grazie allo sconto fiscale i risparmi per i cittadini sono stati di circa 3 miliardi di euro all'anno». «Nel contempo, facendo emergere una gran parte del nero che si annida nell'edilizia, questi 3 miliardi di sconto dovrebbero essere recuperati grazie al gettito sulle transazioni emerse - continua la Cgia - in realtà, si stima un recupero di soli 627,3 milioni di euro, per cui la misura costa alle casse dello Stato 2,4 miliardi».
La delega prevede anche altri interventi come l'accorpamento delle agenzie fiscali, sul quale ci sono stati non pochi dissensi all'interno della maggioranza, in particolare nel Pdl. Così come è prevista la revisione della disciplina relativa al sistema estimativo del catasto dei fabbricati e un monitoraggio annuale dell'evasione fiscale riferita a tutti i principali tributi.
C'è anche un capitolo (il terzo) che si occupa dell'abuso del diritto, dell'elusione, del tutoraggio, della semplificazione, della revisione del sistema sanzionatorio e del contenzioso. La strada è dunque in salita e domani si entrerà nel vivo. Il testo originario delega al governo l'attuazione di un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita. Il governo lo ha presentato alla Camera lo scorso 15 giugno per ottenerne il via libera il 12 di ottobre. Al Senato la delega è stata modificata in commissione Finanze e il testo è arrivato in aula giovedì scorso.
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