Possibili fino 2.200 terawatt: il fabbisogno energetico mondiale attuale è di 18 TW
L'energia eolica ricavata dal vento sarebbe più che ampiamente sufficiente a coprire tutto il fabbisogno energetico del mondo ai livelli attuali che assommano a 18 TW (terawatt). Si tratta di uno studio teorico americano - pubblicato su - che intende stabilire il limite massimo dell'energia ricavabile dal vento e analizzare le conseguenze climatiche globali dell'impiego massiccio di turbine eoliche.
I DATI - Stabilito che non è possibile coprire il pianeta di piloni per lo sfruttamento del vento, gli stessi autori indicano però che la crescita dell'energia eolica dipende solo da una volontà politica ed economica e non certo da limiti geofisici. Infatti l'energia massima potenzialmente ricavabile dal vento sarebbe di 2.200 TW, di cui 400 TW a terra con turbine montate su piloni alti fino a 100 metri come avviene oggi nei campi eolici off-shore, e ben 1.800 TW ricavabili con turbine e aquiloni eolici sospesi in aria, come già molti progetti prevedono. Solo per gli impianti a terra si tratta di oltre venti volte il fabbisogno mondiale attuale, che sale a 100 volte nel caso delle turbine sospese. Ben oltre quindi di quanto consuma il mondo oggi.
CONSEGUENZE - Un ipotetico massiccio impiego di impianti eolici però, dicono gli autori dello studio, non è senza conseguenze climatiche, anche importanti. Infatti gli impianti eolici, «estraendo» l'energia dal vento, fanno diminuire l'intensità dei venti stessi alterando in parte la circolazione atmosferica e il regime delle piogge. Se l'energia eolica complessiva arrivasse a un 428 TW installati in modo uniforme, al suolo si produrrebbe un'aumento massimo della temperatura di 1 grado al Polo Sud e alla latitudine di 25° Sud (+0,1 °C medi a livello globale) e nell'atmosfera a una diminuzione della stessa ampiezza. Più intenso l'effetto sulle precipitazioni al suolo: con un aumento delle piogge di quasi il 20% a 20° Sud e una diminuzione del 20% a 10° Nord, la diminuzione media globale sarebbe intorno all'uno per cento. Ai livelli di energia richiesti oggi, però, le conseguenze meteorologiche sarebbero modeste o trascurabili. Ma ovviamente si tratta di uno studio teorico.
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