Nietzsche aveva inteso il nichilismo, all’interno del suo percorso di pensiero, come una condizione provvisoria dell’uomo. Sarebbe spettato al soggetto, tramite la sua trasformazione in Übermensch, e attraverso la sua azione di libera creazione di nuovi valori, superare questa angosciosa ma necessaria fase della vicenda umana. Tuttavia il soggetto non è stato in grado di compiere questo superamento. La cattiva notizia per Nietzsche è che il soggetto si è arenato: non soltanto non è riuscito ad andare oltre la sua condizione “umana, troppo umana”, ma ha anche accettato in maniera consapevole il nichilismo, abbellendolo con i prodigi offerti dalla tecnica.
Il sistema capitalistico, ossia il sistema economico ormai dominante nella società moderna, rappresenta il vero volto e il vero nome del nichilismo, reso appunto, come già detto, di bell’aspetto. Prima di andare avanti e di individuare il legame che collega capitalismo e nichilismo, è opportuno chiarire che cosa si intende con il termine “capitalismo”. Il capitalismo è un sistema economico che pone al centro dell’attenzione il capitale (quindi il denaro, un valore di scambio) e non il bene (merce, valore d’uso). Ne consegue che la centralità del capitale (o del denaro) comporta che il meccanismo degli scambi sia organizzato in maniera tale che possa funzionare e continuare a funzionare efficacemente anche in assenza di determinati accordi politici. Il capitalismo è, essenzialmente, un sistema economico apolitico che ha bisogno della politica soltanto per la creazione di regole di mera condotta (ad esempio, la tutela della proprietà). In un sistema capitalistico, infatti, ciascuno può esercitare i propri talenti vendendoli sul mercato e ottenendo beni attraverso un capillare sistema di scambi. A differenza di altri tipi di economia presenti in passato quindi, il capitalismo non è direttamente controllato dagli organi politici: esso è un’entità parallela che è stata creata dagli stessi soggetti che adesso, per ironia della sorte, controlla. Nonostante i suoi aspetti negativi, il capitalismo non può essere letto come una sorta di incidente della storia: esso è infatti una realizzazione storica emersa spontaneamente e che si è progressivamente imposta grazie ad alcuni suoi specifici pregi. Il capitalismo si inserisce infatti in una tradizione specificatamente occidentale, caratterizzata dalla maturazione di specifiche tecniche, dalla scrittura alfabetica, dalla numerazione posizionale, dalla stampa, e che ha favorito l’imporsi di forme di governo democratiche (il libero scambio, elemento cruciale del capitalismo, è possibile soltanto in regimi politici democratici, non in autarchie e totalitarismi dove invece vi è la statalizzazione dell’economia).
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