Altri cento nomi nella lista dei Panama Papers. Dopo il primo elenco, l’Espresso si prepara a pubblicare i nomi di altri italiani che compaiono nelle carte trafugate allo studio Mossack Fonseca e per i quali gli avvocati panamensi avrebbero messo in piedi società off shore. Tra i nomi anticipati dall’Espresso compare Emanuela Barilla, azionista del gruppo del Mulino Bianco insieme ai fratelli Guido, Luca e Paolo. La manager avrebbe costituito una società off shore nel 2014 nelle Isole Vergini Britanniche, la Jamars International.
Secondo nome pesante è quello di Stefano Pessina, manager dell’industria farmaceutica mondiale, da tempo residente a Monte Carlo che «insieme alla compagna Ornella Barra, controlla una off shore con un’insegna quantomeno originale. Si chiama Farniente Holding».
Tra i nomi spunta anche quello di Adriano Galliani. Non come persona fisica, ma in quanto amministratore della Sport Image insieme ad altri due manager che all’epoca della creazione della società, correva l’anno 1989, facevano parte della Fininvest: Giancarlo Foscale e Livio Gironi.
Struie, invece, è una cassaforte costituita sempre dallo studio Mossack Fonseca di cui si sarebbero serviti tanto Silvio Berlusconi quanto Flavio Briatore. A metterla a loro disposizione fu l’avvocato inglese David Mills, creatore del sistema off shore da 775 milioni di euro «per conto del capo della Fininvest». La Sport Image International una ventina di anni fa finì al centro di un’indagine giudiziaria per i pagamenti in nero ad alcuni calciatori del Milan, da Ruud Gullit e Marco Van Basten.
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