giovedì 26 giugno 2014

ANIMALI E OPERAI. IL CASO BRAMBILLA. G. RIVA, Michela Vittoria Brambilla paladina degli animali ma tace sui suoi operai, L'ESPRESSO, 26 giugno 2014

È un imprenditore che si è fatto da solo, è fra gli uomini più ricchi della Terra, è finito di fronte a un giudice per alcuni conti offshore, controlla televisioni e giornali del suo Paese e si sta per comprare l’azienda di famiglia dell’onorevole di Forza Italia, Michela Vittoria Brambilla. No, non è Silvio Berlusconi, anche se le somiglianze sono parecchie, bensì il magnate turco Aydin Dogan, proprietario del Dogan Group, colosso turco dei mass media, che controlla decine di quotidiani e 21 televisioni nazionali ed estere, più una sfilza di riviste e radio.




Dogan, indicato da “Forbes” fra gli uomini più influenti del pianeta, possiede anche l’industria siderurgica Celik Halat, che sta trattando per acquisire la ex Brambilla, oggi Trafilerie del Lario in liquidazione, con l’intenzione di approdare sul mercato europeo. Come Dogan abbia scoperto che la trafileria fosse in vendita non è noto. Certo è che il tycoon conosce abbastanza bene Berlusconi e i suoi affari, soprattutto da quando nel 2004 i manager di Mediaset avevano avviato una missione esplorativa in Turchia per incontrare i vertici della Dogan, dove Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, aveva intenzione di investire. Dieci anni dopo, sono invece i turchi a venire in Italia, soccorrendo la società della Brambilla che, se non fosse stato per l’intervento di Dogan, avrebbe rischiato il fallimento.

Tuttavia, le prove di accordo non sono semplici. Ne sanno qualcosa i dipendenti della trafileria di Calolziocorte, nel lecchese. La Celik Halat, scavalcando la mediazione sindacale, ha scelto 50 tute blu, proponendo loro di tornare in fabbrica con uno stipendio decurtato del 30 per cento. Ad altri 30 ha invece promesso una buona uscita prima del licenziamento. 

La Fiom ha trascinato i turchi in tribunale per atteggiamento anti-sindacale, mentre Lega Nord, Pd e Sel a più riprese hanno presentato agguerrite interrogazioni parlamentari, non solo per chiedere al governo di intervenire, ma anche per sollecitare la collega e la sua famiglia a fare qualcosa. L’onorevole, per il momento, non commenta. Mentre i turchi, vista la complessità della situazione, hanno deciso di affidarsi allo studio Toffoletto De Luca Tamajo,  che ha una certa dimestichezza con le beghe sindacali: è uno degli studi che hanno assistito la Fiat nella vicenda degli accordi di Pomigliano d’Arco.

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