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GINEVRA – Fissare un salario “equo” con un rapporto di 1 a 12 tra lo stipendio più basso e quello più alto in un’azienda. Questa la proposta del referendum votato in Svizzera a cui hanno risposto “no” la maggioranza dei 26 cantoni svizzeri, con una media nazionale del 65% di contrari.
Risultano inoltre respinti anche gli altri due testi in votazione il 24 novembre in Svizzera, quello sulle deduzioni fiscali per i genitori che accudiscono i figli in casa rinunciando per questo ad un’attività lucrativa e quello su un aumento della tassa annuale per circolare sulle autostrade, da 40 a 100 franchi svizzeri.
L’agenzia stampa Ats ha spiegato che tutti i cantoni finora scrutinati si sono opposti alla proposta del “salario equo”: il No varia dal 56,9% di Ginevra al 77% di Zugo. Stando alle proiezioni realizzate per la televisione svizzera, la quota dei contrari dovrebbe attestarsi a livello nazionale al 65%.
In Svizzera, ricorda il Fatto quotidiano,
“hanno sede grandi aziende come le società farmaceutiche Novartis e Roche, gruppi assicurativi come Zurich e Swiss Re, e banche come Ubs e Credit Suisse. I sostenitori della “iniziativa 1:12” sostengono che imporre un limite di legge ai salari avrebbe garantito maggiore equità, ma gli uomini d’affari svizzeri ritengono che la proposta avrebbe indebolito la competitività, rendendo più difficile attirare grandi talenti e facendo trasferire alcune compagnie in altri Stati. Tra gli oppositori della proposta c’era Sepp Blatter, presidente della Fifa con sede in Svizzera, secondo il quale come effetto collaterale l’eventuale legge avrebbe anche danneggiato il calcio svizzero”.
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