MILANO - Da una parte i lavoratori e le lavoratrici che puntano a difendere il potere d'acquisto. D'altra parte le famiglie, datori di lavoro atipici, che rischiano di andare in difficoltà di fronte all'adeguamento delle buste paga di colf e badanti, che prestano servizio presso le loro case, alla corsa dei prezzi. E' il difficile equilibrio che si cerca di ricomporre intorno al tavolo del 16 gennaio, quando è convocata per la terza volta la Commissione nazionale per l'aggiornamento retributivo relativo alle figure contemplate nel contratto nazionale del lavoro domestico, quali colf, badanti e baby sitter.
A lanciare l'allarme sulla gravità della situazione è stata Assindatcolf (l'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico) spiegando che, secondo quanto previsto all'articolo 38 del contratto collettivo, in caso di mancato accordo o di assenza delle parti, dopo la terza convocazione il ministero del Lavoro è delegato dalle organizzazioni ed associazioni stipulanti a determinare la variazione periodica della retribuzione minima in misura pari all'80% della variazione del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai rilevate dall'Istat per quanto concerne le retribuzioni minime contrattuali e in misura pari al 100% per i valori convenzionali del vitto e dell'alloggio.
In questo caso, quindi, indica ancora l'associazione, l'aumento rispetto ai minimi del 2022 sarebbe pari al 9,2%, mentre per i valori di vitto ed alloggio sarebbe dell'11,5%.
In soldoni, con l'adeguamento potrebbero scattare aumenti (o costi, se visti dalle famiglie) fino a 120 euro al mese. Una stima, fatta da Assindatcolf, rispetto ai rispetti ai minimi attuali e non alle retribuzioni ai valori di mercato.
Alcuni esempi: nel caso di una badante non convivente per persona non autosufficiente, che lavora per 30 ore settimanali, lo stipendio mensile passerebbe da 926, 9 euro del 2022, a 1012 del 2023, se scattasse l'adeguamento all'80% (85 euro in più al mese in busta paga). Anche i contributi aumenteranno e questo non dipende dalle parte sociali. A questa cifra però vanno aggiunti rateo Tfr, tredicesima e ferie.
Per la badante convivente a tempo pieno si passa da 1026 euro circa a 1120,76 (circa 95 euro in più in busta paga). Ma il costo per la famiglia può arrivare a circa 125 euro al mese con Tfr, tredicesima e ferie per la badante a tempo pieno che assiste un non autosufficiente. Per una babysitter di un bambino sotto i sei anni (a tempo pieno non convivente) che lavora 40 ore a settimana i costi sono ancora maggiori, si passa da una retribuzione di 1234 euro nel 2022 a 1348 nel 2023 (114 euro in più in busta paga). Per il datore di lavoro, però, il costo complessivo annuo passerebbe da 18.958 euro a 20.701 (1.743 euro annui in più).
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