I governi passano, i problemi restano. Quelli che trasformano il lavoro in sfruttamento, poi, sono particolarmente duri a morire, come racconta Giorgio DellʼErba, dirigente del coordinamento nazionale dellʼUnione sindacale di base (Usb), da quindici anni ispettore dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e assolutamente certo di una cosa: “Tra lavoro nero e lavoro grigio, il sommerso è la prima forza produttiva del Paese”. Dalle singole violazioni per lucrare sui contributi non pagati, dove sono rare le denunce e limitato l’effetto deterrente dei controlli, a fenomeni come quello dell’esternalizzazione selvaggia dei servizi e della somministrazione fraudolenta di manodopera, che ormai inquinano i settori più disparati “e il risparmio sul costo del lavoro si fa eludendo oneri retributivi, contributivi e fiscali”, spiega l’ispettore. Sa quanto le regole, a volerle riformare, cambierebbero la vita a tanti lavoratori, impedendo illeciti e garantendo il recupero di imposte e diritti. Ma non si fa troppe illusioni, perché lo stesso Ispettorato del lavoro è sotto organico “e nonostante i carichi di lavoro in aumento siamo gli unici dipendenti ministeriali esclusi dall’adeguamento in busta paga”. Una delle tante partite che dovranno attendere, ora che il governo di Mario Draghi non è più in carica.