Una scelta clamorosa che lui stesso spiega così: "La mia amministrazione sta aiutando i lavoratori delle aziende automobilistiche statunitensi sostituendo la fallita regola sulle emissioni di Obama. Impossibile soddisfare il suo Green New Deal Standard; Un sacco di sanzioni inutili e costose per gli acquirenti di auto!". Il punto esclamativo (indovinate un po'...) deriva dal fatto che l'annuncio è stato dato su Twitter.
Trump, o meglio i suoi consiglieri, sempre che li abbia ascoltati, ignora però che ormai da anni l'industria dell'auto ha cambiato strada e sta progettando elettriche, ibride e ibride plug-in per centrare gli obiettivi di emissioni voluti da Obama. Un cambio di rotta improvviso quindi non solo potrebbe non portare benefici ma - al contrario - potrebbe essere addirittura controproducente perché tutte le auto super ecologiche a questo punto diventerebbero ancora meno competitive rispetto a quelle a combustione interna. E, soprattutto, i miliardi di investimenti fatti dalle case automobilistiche per trasformare la propria produzione, sarebbero stati buttati al vento.
Vedremo come finirà perché da tempo gli ambientalisti Usa contestano a Trump di aver messo insieme nel suo governo una serie di “climate deniers“, negazionisti del cambiamento climatico. Solo qualche esempio per chiarire il concetto: Rick Perry messo a capo del settore Energia - era governatore del Texas - ha definito il cambiamento climatico “fasullo”. Mentre Scott Pruitt nel ruolo di procuratore generale dell’Oklahoma ha fatto causa addirittura a diversi provvedimenti pro-ambiente di Obama. Mentre a capo della Environmental Protection Agency (Epa), Trump ha voluto Rex Tillerson, Ceo di ExxonMobil, la più grande energy corporation del mondo.
Ora la sfida - con la cancellazione delle norme volute da Obama - entra a un livello di scontro mai visto prima. Ma non è detto che le case automobilistiche, tutte ormai orientate su scelte green - festeggino le scelte di Trump. Anzi. Il braccio di ferro è appena cominciato.
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