"Dopo più di tre anni di lavoro – commenta Simona Bonafé (Pd), relatrice del testo per l'Europarlamento - riduciamo la pressione sul pianeta per l'utilizzo delle materie prime e passiamo da un modello economico lineare a uno in cui la crescita diventa sostenibile". Risultato non scontato, visto che il negoziato per arrivare a un testo condiviso è stato difficile, con diverse capitali che, spaventate dai nuovi target vincolanti in arrivo dall’Europa, hanno provato ad affondare il pacchetto.
Nel concreto, il salto nell’economia circolare avviene con quattro direttive europee rispettivamente su riciclo dei rifiuti, imballaggi, rifiuti da batterie, componenti elettriche ed elettroniche e infine discariche. L'idea è che recuperando le materie prime dai rifiuti, le aziende inquineranno meno e soprattutto taglieranno i costi nel processo produttivo. Non è l'utopia dei rifiuti zero, è qualcosa di più concreto.
·PREVENZIONE, RIPARAZIONE E RICICLO
Le quattro direttive introducono diverse novità, a partire dal rafforzamento della gerarchia di rifiuti grazie alla quale i governi dovranno ulteriormente rovesciare le loro politiche: la priorità dovrà essere prevenire la creazione dei rifiuti, in secondo luogo privilegiarne riparazione e riciclo, segue il recupero energetico attraverso i termovalorizzatori. All’ultimo posto la discarica. Per questa ragione diventerà obbligatorio in tutta Europa, come già in Italia, per i produttori di imballaggi dare vita a consorzi che si occuperanno di riciclarli (con metodi che puntano alla massima efficienza facendo risparmiare milioni di euro). Centrale anche l'introduzione di un target allo spreco alimentare: tutti i governi europei dovranno tagliarlo del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030. Allo stesso modo dovrà essere eliminata la generazione di rifiuti marini.
·DIFFERENZIARE E' UN OBBLIGO
L'Europa cancella poi le deroghe in bianco alla raccolta separata dei rifiuti, dalla plastica al metallo passando per vetro e carta: tutti i paesi Ue dovranno farla ed eventuali sconti potranno essere autorizzati solo da Bruxelles a fronte di esigenze motivate e credibili. Conseguenza sono i nuovi target sui rifiuti riciclati: dovranno essere il 55% nel 2025, il 60% nel 2030 e il 65% nel 2035. Percentuali che saranno calcolate con nuovi metodi negli scorsi mesi al centro di duri negoziati in quanto potrebbero portare a sorprese: la Germania, ad esempio, che dell'essere leader nell'ambientalismo fa un vanto, con i nuovi criteri potrebbe vedere i suoi numeri calare drasticamente.
·I NUOVI TARGET
Ci sarà anche l'obbligo di raccolta separata dei rifiuti organici, come cibo e piante, e soprattutto nuovi obiettivi per riciclare i rifiuti da imballaggi: 65% entro il 2025 e 70% entro il 2030 con alcuni sotto
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