La prima parte, quella economia, il nostro Paese l’ha fatta: cassando il debito che la Tunisia aveva con l’Italia, e che ammontava a 25 milioni. Ad annunciarlo è il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in visita a Tunisi: «Il presidente Essebsi - ha aggiunto il ministro - ci ha chiesto due cose: un impegno economico e la cooperazione nel settore della sicurezza e della lotta al terrorismo». Sul piano economico, oltre al debito, «lavoreremo insieme alla Francia - ha annunciato Gentiloni- per coinvolgere l’Unione Europea inserendo nel piano Juncker la possibilità di interventi in Tunisia. Per esempio - ha spiegato il ministro - l’Elmed, un collegamento sottomarino tra Sicilia e Tunisia, progetto di Terna e Steg, società tunisina dell’energia, potrebbe essere uno dei progetti finanziati».
Il pericolo Libia
Per quanto riguarda invece la collaborazione sul fronte sicurezza, l’attenzione è puntata sul «vicino di casa» scomodo, la Libia: «La Libia è una delle preoccupazioni comuni» tra Italia e Tunisia, ha sottolineato Gentiloni dopo aver incontrato il presidente, Beji Caid Essebsi, e il collega tunisino, Taieb Baccouche. Sul tavolo dei colloqui c’era ovviamente la lotta al terrorismo, dopo la strage al Museo del bardo di mercoledì scorso: «Abbiamo già una cooperazione sul piano dei servizi di sicurezza», ha ricordato il titolare della Farnesina, e «una collaborazione tecnica di sorveglianza alla frontiera tra Tunisia e Libia, a cui l’Italia fornisce assistenza tecnica attraverso sistemi di visori». «Possiamo incrementarla ulteriormente», ha aggiunto Gentiloni anticipando che il ministro della difesa tunisino sarà a Roma ad aprile per incontrare la collega italiana, Roberta Pinotti.
Le italiane ferite
Gentiloni ha anche incontrato le due italiane ferite durante l’attentato, ancora ricoverate a Tunisi, che sono state colpite da tre-quattro proiettili. Lorena Boni «potrebbe rientrare nelle prossime 48 ore a Modena», ha sottolineato Gentiloni dopo essere stato in ospedale. Sul trasferimento dell’altra italiana ferita, Anna Abagnale, «deve ancora essere presa una decisione tra i medici tunisini e quelli delle Molinette» ha spiegato il ministro dopo averla soltanto vista perché «era intubata dopo aver subito un intervento chirurgico». Gentiloni ha anche fatto visita al Bardo, che riapre al pubblico domenica, passando per le sale che espongono i mosaici antichi e gli ambienti che mostrano sui muri e sulle vetrate i segni degli spari dei terroristi.
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